A volte può succedere che, sollevando il proprio bimbo o compiendo gesti comuni con le mani, si avverta un dolore alla base del pollice e al polso. Il dolore, scatenato dal movimento di presa tra pollice e indice o anche dalla flessione ripetuta del polso, spesso associato a gonfiore, può essere causato dal Morbo di De Quervain, chiamato anche malattia delle mamme.
Ne parliamo con la dottoressa Laura Loda, chirurgo della mano in Image Regenerative Clinic.
Che cos’è il morbo di De Quervain?
Il Morbo di De Quervain è un’infiammazione delle guaine che rivestono i due tendini del pollice chiamati abduttore lungo ed estensore breve. La malattia di De Quervain è talvolta definita la malattia delle mamme, poiché nel sollevare il bambino le neomamme aprono ai massimi gradi i pollici scatenando una tensione dei tendini abduttore lungo ed estensore breve.
Si tratta di una malattia prevalentemente degenerativa che, nella fase iniziale si manifesta come una sorta di attrito doloroso durante lo scorrimento delle corde tendinee e con l’aumento di liquido infiammatorio sinoviale (fase essudativa). Se non trattato in brevi tempi dalla comparsa dei sintomi, la patologia tende a diventare cronica, la produzione del liquido sinoviale si arresta e la guaina dei tendini diventa così spessa da provocare un’ostruzione del passaggio delle corde tendinee nel canale (fase nodulare).
Quali sono i sintomi del morbo di De Quervain?
I segni e i sintomi più comuni sono la graduale comparsa di gonfiore e dolore al polso e vicino alla base del pollice. Il dolore a volte può anche irradiarsi lungo l’avambraccio e può provocare alla persona una difficoltà nell’eseguire le normali attività quotidiane, come ad esempio il gesto di raccogliere alcuni oggetti con il pollice teso e il polso in massima flessione o estensione. Nei casi più avanzati della malattia può essere presente anche formicolio lungo il lato dorsale del pollice.
Quali sono le cause del morbo di De Quervain?
Il morbo di De Quervain può essere causato da diversi fattori, anche se il legame più evidente è la sollecitazione ripetitiva dei tendini abduttore lungo ed estensore breve e del polso. Questi movimenti sono comuni nella vita quotidiana per esempio nell’utilizzo di tastiere, mouse e strumenti musicali, e in alcuni gesti ripetitivi nella cura dei neonati. Altri fattori di rischio e cause scatenanti sono rappresentate da microtraumi, variazioni anatomiche, cambiamenti ormonali durante il periodo della gravidanza, artrite reumatoide e predisposizione familiare alla patologia.
Come si effettua la diagnosi del morbo di De Quervain?
La diagnosi del morbo di De Quervain è principalmente clinica, ovvero si basa sulla valutazione dello specialista durante la visita, e su alcuni test eseguiti dal medico afferrando il pollice del paziente ed effettuando una trazione dello stesso verso il mignolo, scatenando così dolore, in caso di presenza di malattia di De Quervain. In alcuni casi, può essere necessaria un’ecografia che permette di evidenziare eventuali alterazioni dei tendini interessati e di osservarne il loro rapporto con le pareti del canale.
Qual è la terapia per il morbo di De Quervain?
Negli stadi iniziali della malattia è indicato il trattamento conservativo, cioè non chirurgico. Il trattamento conservativo comprende terapie di diverso tipo, come infiltrazioni a base di corticosteroidi, farmaci antinfiammatori e analgesici, ultrasuoni, tecar, onde d’urto, ozonoterapia, tutori, kinesio taping e astensione dai lavori manuali ripetitivi. Nelle fasi iniziali della malattia è indicata anche la terapia rigenerativa con tessuto Lipogems.
Nello stadio cronico della malattia e nel caso i trattamenti conservativi non diano un risultato positivo e duraturo nel tempo, è necessario prendere in considerazione l’intervento chirurgico di liberazione del canale di De Quervain. La procedura viene eseguita in ambulatorio e in anestesia locale, e consiste in un’incisione cutanea sul margine esterno del polso, centrata sul primo compartimento estensorio, e nell’incisione del retinacolo con sua apertura e conseguente scorrimento dei tendini senza più dolore e attrito.
Dopo l’intervento, è possibile muovere la mano senza la necessità di tutori di protezione. L’unica accortezza è di mantenere pulita la ferita e astenersi da eccessivi carichi per circa 10 giorni. È consigliato inoltre un trattamento fisiochinesiterapico per evitare la formazione di aderenze cicatriziali e per avere una più rapida ripresa funzionale.