Può capitare che al risveglio al mattino oppure facendo un lavoro manuale, un dito si blocchi e diventi rigido in flessione. Può capitare agli chef, ai musicisti, a chi dipinge o a chi usa smartphone e computer, ma anche agli sportivi. É una sensazione poco piacevole, come se il dito avesse uno scatto al movimento di flesso-estensione. Se capita, potremmo avere il morbo di Notta, o tenosinovite stenosante dei tendini flessori, o più semplicemente il dito a scatto.
Ne parliamo con la dottoressa Laura Loda, chirurgo della mano in Image Regenerative Clinic.
Cos’è e quali sono le cause del dito a scatto?
Il dito a scatto consiste in un blocco di scorrimento dei tendini all’interno di “anellini” fibrosi o ponti, chiamati pulegge, presenti lungo il dito. Lo svolgimento di attività ripetitive, ad esempio tagliare le verdure, digitare messaggi al cellulare solo con il pollice, può scatenare un’infiammazione tendinea. Non a caso le persone più colpite da questa malattia sono musicisti, cuochi, professionisti e artigiani che usano ogni giorno strumenti come, forbici e pinze, ma anche sportivi, specie a seguito di traumi e microtraumi della mano che favoriscono lo stato infiammatorio tendineo.
Altri fattori che predispongono il dito a scatto sono il sesso e l’età, le donne e le persone che hanno più di 40 anni sono più colpite, la presenza di alcune malattie (diabete, ipotiroidismo, artrite reumatoide, gotta, malattie del tessuto connettivo, ristrettezza congenita del canale digitale che causa il dito a scatto nei bambini).
Quali sono i sintomi del dito a scatto?
Gonfiore alla base del dito, indolenzimento alla base del dito che al tatto può rivelare la presenza di un piccolo nodulo, difficoltà di movimento, scatto del dito, blocco del dito in flessione o estensione sono sintomi del dito a scatto.
Come si effettua la diagnosi del dito a scatto?
La diagnosi di dito a scatto si effettua durante la visita specialistica, attraverso un esame clinico con palpazione dell’ingrossamento del tendine che provoca dolore alla base del dito.
Qual è la terapia del dito a scatto?
Negli stadi iniziali è indicato il trattamento conservativo che può prevedere l’uso di arnica, ghiaccio, infiltrazioni di corticosteroidi, farmaci antinfiammatori e analgesici, ozonoterapia, ultrasuoni, laserterapia, tecar, pause più frequenti da lavori manuali ripetitivi, tutori.
Nelle fasi iniziali della malattia è indicata anche la terapia rigenerativa con tessuto Lipogems. Negli stadi avanzati della malattia e nel caso in cui trattamenti conservativi non diano un risultato positivo e duraturo, è necessario l’intervento chirurgico di “puleggiotomia” o “trocleotomia basale”. Gli interventi si eseguono in ambulatorio e in anestesia locale/sedazione.
Dopo l’intervento è indicato un trattamento fisiochinesiterapico eseguito da un fisioterapista per evitare la formazione di aderenze cicatriziali e per permettere una ripresa più rapida e soddisfacente.