Dismorfia da Snapchat: ossessione di assomigliare a se stessi
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Dismorfia da Snapchat: ossessione di assomigliare a se stessi

Le patologie evolvono e cambiano in base ai contesti sociali e culturali e aggiungerei anche con il procedere della tecnologia. Ma di cosa stiamo parlando? Della dismorfia da Snapchat, ossia l’ossessione di assomigliare a sé stessi… Di cosa si tratta? Facciamo un passo indietro e iniziamo a spiegare cos’è la dismorfia corporea. In base agli ultimi aggiornamenti del Manuale Diagnostico Statistico delle Malattie Psichiatriche (DSM – 5) il disturbo di dismorfismo corporeo fa parte dello spettro del “Disturbo ossessivo compulsivo e disturbi correlati”. Questa patologia si palesa con una eccessiva preoccupazione, oggettivamente eccessiva, nei confronti di una parte o di un difetto fisico del proprio corpo, difetto che per la maggior parte delle persone sarebbe trascurabile.

Controllo ossessivo del proprio corpo

Queste persone si percepiscono come non attraenti e vedono la parte come deforme e non accettabile.  Ciò porta una grandissima sofferenza e a mettere in atto comportamenti di controllo ossessivo del proprio corpo (cura eccessiva, ricerca costante di rassicurazione, isolamento dalla vita sociale, compromissione della quotidianità). Purtroppo qualsiasi tipo di intervento fatto sul difetto di questi soggetti, che vada dalla dermatologia, alla medicina estetica fino alla chirurgia, non è mai sufficiente: la frustrazione permane, anzi aumenta visto la costante delusione che pervade il paziente…

Cosa provano i soggetti affetti da dismorfia

In questa tipologia di paziente possiamo ritrovare una struttura cognitiva di questo genere:

  • Perdita della visione completa di sé stessi, attenzione ossessiva solo su una parte del proprio corpo;
  • Rigidità cognitiva, non vede soluzione;
  • Si sentono costantemente al centro dell’attenzione in quanto gli altri hanno un atteggiamento giudicante in senso negativo nei loro confronti;
  • Pensiero di rimugino, controllo dei pensieri, per controllare l’ansia e non far trapelare il senso di inadeguatezza;
  • Discrepanza fra Sé reale e Sé ideale corporeo;
  • Autovalutazione negativa;
  • Mancanza dell’integrazione delle altre qualità della loro identità;
  • Evitano giudizio altrui e situazioni sociali.

Per quanto riguarda le emozioni, che in questa situazione sono totalizzanti, troviamo:

  • Senso di colpa
  • Vergogna
  • Invidia
  • Frustrazione/Rabbia

Questa problematica è molto legata agli affetti e alla bellezza come bisogno e come viene appresa. La fascia di età in cui potrebbe comparire il dismorfismo è l’adolescenza, periodo di ridefinizione della propria identità, fisica, psichica e relativa alla propria immagine. L’immagine fa ormai da ponte per una società che si basa sull’apparire come persona bella, di successo, ricca e famosa, e l’aspetto è diventato un’esigenza difficilmente ignorabile. Ora grazie anche all’utilizzo di alcune applicazioni possiamo ritoccare le nostre foto, cancellando difetti e modificando alcuni nostri tratti.

L’ossessione di “essere sé stessi”

I pazienti affetti da “dismorfia da Snapchat” sono ossessionati da essere se stessi, ma con le modifiche dei filtri, quindi chiedono labbra sempre più carnose, occhi sempre più grandi e nasi sempre più sottili. Alcuni medici hanno lanciato l’allarme in quanto i selfie filtrati dalle app dei social media rappresentano molto spesso un aspetto irraggiungibile di noi stessi. Il grande pericolo sta nel confondere la linea della realtà con quella della fantasia, replicare la perfezione nella vita, tu diventi il selfie modificato. La diffusione di queste immagini filtrate rischia di alterare la percezione della realtà e provocare mancanza di autostima e un diffuso senso di inadeguatezza.

Dismorfia: possibili rischi e come evitarli

Se non affrontato tempestivamente con terapie specifiche il disturbo di dismorfismo corporeo può determinare uno serio peggioramento della qualità di vita, numerose problematiche di ordine sul piano familiare e lavorativo, nonché comorbilità con altri disturbi psichiatrici come la depressione maggiore, il disturbo ossessivo compulsivo, la fobia sociale e talvolta disturbi del comportamento alimentare o abuso di sostanze. A livello fisico, l’accanimento nei confronti del/i difetto/i da eliminare può portare a rischi di salute evitabili (per esempio, nel caso di interventi di chirurgia estetica invasivi) o determinare esiti realmente poco accettabili che non fanno che peggiorare la situazione complessiva. La psicoterapia può essere molto utile per superare il disturbo di dismorfismo corporeo, ma va sempre utilizzata in sinergia al trattamento farmacologico e non come unico intervento.

Conclusioni

Come si comporta Image davanti a questa problematica? Image è una clinica che vanta anni di esperienza nell’ambito della chirurgia estetica e rigenerativa e rappresenta un crocevia di pazienti con esigenze differenti: da chi vuole solo trattamenti soft a chi invece ricerca interventi chirurgici più complessi. I nostri medici, professionisti seri e competenti, dopo un anamnesi e un colloquio approfondito valutano la situazione. Se la richiesta del paziente dismorfico può essere soddisfatta in parte (di fronte a un difetto evidente), possono intervenire, ma senza andare oltre, poiché anche correggendo il difetto evidente, questo tipo di paziente probabilmente non sarà contento. Pertanto un bravo medico deve avere anche la capacità di dire di no quando serve.