Trap: nuova musica per le tue vene
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Trap: nuova musica per le tue vene

Alzi la mano chi non ha mai notato qualche capillare o addirittura qualche piccola vena più evidente a livello della superficie delle gambe o di una coscia. Purtroppo sia donne che uomini ne sono ampiamente colpiti, con una prevalenza accertata e documentata per il sesso femminile e un aumento preponderante del problema estetico-funzionale con l’avanzare dell’età.

Tecnicamente chiamate teleangectasie (dal greco, “dilatazione della fine di un vaso”), le dilatazioni capillari e di piccoli vasi ematici visibili sulla superficie cutanea non costituiscono semplicemente un fastidioso inestetismo che porta molte persone a non mostrare volutamente gli arti inferiori, ma possono addirittura  rappresentare, se associate a sintomatologia, il primo stadio della malattia venosa cronica, come chiaramente enunciato nelle ultime linee guida della Società Italiana di Flebologia (SIF).

Cause e meccanismi di degenerazione delle vene

Con l’avanzare dell’età, in concomitanza di fattori predisponenti eterogenei quali genetica, familiarità, prolungata stazione eretta, assunzione di pillola estroprogestinica etc, la parete venosa diventa sempre meno elastica e le valvole venose meno continenti, riducendo l’efficacia con cui il sangue venoso refluo deve essere spinto a livello centrale (atrio destro). Questo graduale deficit funzionale determina un reflusso e un accumulo di volume ematico a livello del circolo venoso degli arti inferiori, con aumento proporzionale della pressione venosa e conseguente dilatazione dei circoli collaterali al fine di bilanciare omeostaticamente l’equilibrio del circolo. Il risultato è ciò che le pazienti lamentano: gambe stanche e appesantite, capillari diffusi, vene visibili, che spesso iniziano a essere tortuose e rilevate o, nei casi più gravi, varici.

Da una recente revisione dei meccanismi patogenetici alla base della malattia vascolare cronica (si veda sopra), emerge la necessità di curare l’intero sistema venoso superficiale e perforante, affetto da debolezza intrinseca di parete. Per questo motivo è di fondamentale importanza offrire alle/ai nostre/i pazienti un trattamento in linea con la filosofia della nostra clinica, che da sempre impernia la sua principale attività su tecnologie e procedure che consentono di amplificare la capacità riparativa e rigenerativa dei tessuti del nostro organismo. La nostra risposta si chiama TRAP, acronimo di Three-dimensional Regenerative Ambulatory Phlebotherapy.

In cosa consiste la TRAP?

Questa tecnica consiste nell’iniezione endovenosa di una miscela contenente salicilato di sodio opportunamente diluito secondo schemi prestabiliti, suddivisa in più sedute. Il trattamento coinvolge interamente le vene superficiali e perforanti, visualizzate mediante transilluminescenza. L’obiettivo graduale del trattamento è quello di ridare alle vene con pareti assottigliate, infiammate e indebolite una adeguata consistenza e un decorso rettilineo  e di recuperare la continenza valvolare per favorire la corretta circolazione sanguigna. Solo trattando l’intero circolo è possibile evitare recidive. Dopo ogni seduta è necessario indossare la contenzione elastica (calze 140 denari), fino alla seduta successiva e per almeno un mese oltre la fine del ciclo terapeutico. Il trattamento non limita nessuna attività fisica o sociale.

Riassumendo: Quando, come, perché?

Quando? Nella stagione autunnale e invernale
Come? Mediante iniezioni endovenose, un arto alla volta
Perché? Per ripristinare il calibro delle vene e la funzionalità del circolo