“Il clima invernale e il sole in alta quota sono nemici della pelle”
L’attrito dell’aria gelata sul viso aumenta il rischio di risposte reattive di varia natura: oltre a rallentare inevitabilmente i fisiologici processi metabolici, il film lipidico che protegge la cute si assottiglia. Gli anglosassoni lo definiscono “Windburn”, danno da vento, e camminando all’aria aperta o sciando diventa quasi impossibile evitarlo.
Il sole in montagna? Può divenire un ulteriore fattore di rischio poiché la distanza delle radiazioni è più breve e l’effetto specchio della neve ne amplifica ulteriormente la potenza.
Soluzione al windburn
1. Creme e makeup
Come diminuire, dunque, questi danni? Sicuramente nutrendo la pelle frequentemente con creme strutturate, capaci di apportare una quantità sufficiente di lipidi, aumentando la funzionalità della barriera cutanea.
È poi come sempre necessario utilizzare creme solari con alti indici protettivi, ricorrendo ad esse anche più volte al giorno. Infine, per quanto riguarda il make up, è preferibile l’utilizzo di prodotti fluidi e cremosi, piuttosto che prodotti a base di polveri.
2. Medicina estetica
Con quali trattamenti medico estetici si può correre ai ripari? Con tutte quelle tecniche in grado di aumentare la riserva idrica, andando a riempire di nuovo quel serbatoio che inevitabilmente si è svuotato.
Al rientro dalle vacanze invernali suggerisco alle mie pazienti rivitalizzazioni con acido ialuronico naturale di ultima generazione da ripetere una volta ogni 7/15 giorni per 4/5 volte. Una strategia più aggressiva prevede l’utilizzo in una singola seduta di acido ialuronico più denso, da ripetere in questo caso ogni 2/3 mesi.
La pelle in questo modo viene nuovamente nutrita sia per limitare i danni descritti, sia per non perdere gli effetti e i benefici di tutti i trattamenti svolti prima della pausa invernale.