Ogni nevo (comunemente detto neo) indica un tumore benigno dell’epidermide che si presenta come lesione cutanea elementare piatta (macula) o leggermente elevata (paula).
Il termine nevo viene erroneamente impiegato per indicare anche neoformazioni cutanee, fra cui angiomi, fibromi e altre svariate lesioni specifiche della cute. Ecco perché, nella terminologia scientifica, la parola “nevo” è seguita da un aggettivo che meglio la definisce.
Tipologie di nevi
Se il nevo origina dal melanocita (cellule della pelle deputate alla produzione di melanina) allora si parla di nevo melanocitico; se invece origina dai cheratinociti, allora si parla di nevo epidermico; se origina da cellule costituenti gli annessi cutanei (in generale, cellule derivate dall’ectoderma), allora si può parlare di nevi dermici, nevi sebacei, nevi verrucosi, nevi follicolari e via dicendo.
I nei congeniti (cioè già presenti alla nascita) sono considerati degli amartomi; i nevi acquisiti sono invece considerati delle neoplasie benigne.
Indipendentemente dal tipo, comunque, si può dire che i nei rappresentano un’anomalia della pelle e possono albergare in qualsiasi parte del corpo, persino in testa, sulle piante dei piedi o negli occhi. Sono comunque del tutto fisiologici: la maggior parte delle persone ne ha un numero compreso tra i 10 e i 50. Alcuni di questi nevi sono presenti fin dalla nascita, altri spuntano nel corso del tempo.
Nei benigni
I nei benigni sono in genere piccoli – non più di mezzo centimetro di larghezza – e hanno una forma tondeggiante, con contorni definiti. Il loro colore va dal rosa al marrone scuro. La quasi totalità dei nei benigni presenti sulla pelle è completamente innocua. Una piccolissima parte di essi, però, può degenerare e dare vita a un tumore aggressivo specifico della pelle: il melanoma. Questa trasformazione può avvenire spontaneamente, anche se è comprovato che sollecitazioni esterne come l’esposizione ai raggi UV tendano a favorirla.
Nei sospetti
I nei sospetti, come quelli che creano un problema estetico, vanno rimossi: è fondamentale che a farlo sia un chirurgo ricostruttivo con esperienza oncologica, così come per la rimozione di nevi benigni. In Image Regenerative Clinic, il Professor Carlo Tremolada mette a disposizione del paziente la sua rinomata capacità in questo senso, perché i nei rappresentano spesso motivo di apprensione o di imbarazzo – o entrambe le cose.
Proprio per questo, quando un nevo desta sospetto, il Prof. Tremolada esegue un’asportazione seguita da esame istologico, in modo da dare al paziente una valutazione sicura.
Mappatura e asportazione dei nei
È sempre consigliabile sottoporsi periodicamente a una mappatura dei nei per verificarne le dimensioni, l’eventuale aumento degli stessi, la tipologia e – a distanza di tempo – l’insorgenza di nuovi nei.
Diverse le tecniche per l’asportazione: quella chirurgica resta la più valida per estirpare la radice ed evitare che il neo si riformi. La tecnica di sutura del round block, inventata dallo stesso Professor Tremolada, permette di minimizzare gli esiti cicatriziali e avere la possibilità di intervenire nuovamente con sicurezza in caso di brutte sorprese rivelate dall’esame istologico.
«Oggi gli unici motivi validi per non togliere un neo sono che il neo stesso sia un segno distintivo apprezzabile della persona, che piaccia in modo particolare – e non sia sospetto né attivo – o che la futura cicatrice possa risultare più antiestetica del neo stesso.»
Prof. Carlo Tremolada